Padre Cerri

Padre Oreste Cerri, è nato a San Zenone al Lambro il 12 agosto 1909, figlio di una famiglia di contadini. Decide di diventare sacerdote nel dicembre 1933, e per anni insegna nel collegio dei Padri Filippini a Roma. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, decide di partire come Tenente cappellano Militare nella guerra di Russia, nella divisione Sforzesca. Era molto giovane allora, ma tra lui e i suoi soldati e ufficiali si era subito stabilita una grande intesa. Egli era sempre presente ovunque ci fosse bisogno di lui.

Durante la ritirata, nelle sconfinate steppe russe, ricoperte di neve, i nostri soldati, semi assiderati, non riuscivano quasi a procedere; padre Cerri li sorreggeva, li ascoltava, li confortava, li benediceva con una forza quasi sovrumana,  incredibile in quel piccolo, magro e asciutto pretino.

Erano tanti, mille e forse più e ogni giorno cadevano a decine, stremati dal freddo, dalla fame, sotto i colpi di mortai e dell’ artiglieria russa.

Padre Cerri ascoltava le loro ultime parole: “Ho un figlio a casa, lo cerchi se tornerà in Italia”. E il piccolo pretino scriveva, per timore di scordarsene, il nome dei caduti facendo davanti a Dio la promessa di costruire una meravigliosa casa per gli orfani dei suoi soldati.

La vigilia di Natale del 1942, in una strada coperta di  neve, l’ autocarro sul quale si trovavano alcuni feriti, assistiti da Padre Cerri, si fermò: le ruote giravano a vuoto, fu così che aiutato da alcuni volenterosi, cominciò  a scavare sotto la neve, e venne alla luce, quasi come  un segno di Dio, una campana ed  altri oggetti che oggi si trovano all’interno del Sacrario.  I soldati si accorsero che sparpagliati tutti intorno si trovavano i resti di una chiesetta distrutta dai bombardamenti. Tutti insieme, con le poche forze rimaste la issarono sul camion accanto ai feriti. La notte di Natale, ai rintocchi di quella campana, Padre Cerri celebrò la messa e la campana da quel giorno seguì la ritirata dei nostri soldati.

Ora, quella campana è issata sul sacrario che sorge al centro del Villaggio, costruito con l’aiuto di tutti i ragazzi che don Oreste aveva portato con sé.

Padre Oreste Cerri, già in passato compromesso a livello cardiaco, viene ricoverato nel 1995 a Gallarate.
Consigliato di eseguire una nuova operazione il Padre acconsente dicendo:

“… ho bisogno ancora di qualche anno per terminare il mio progetto per gli anziani”.

Il 2 febbraio 1996 viene operato all’ospedale di Varese e, nonostante l’operazione sia andata a buon fine, padre Cerri non riesce a superare il periodo di convalescenza, subentra infatti una polmonite e la domenica del 25 febbraio viene trasportato di nuovo al suo “Villaggio”.

Era già passata la voce delle gravissime condizioni in cui versava il padre e già dalla domenica, fu un susseguirsi di amici, commilitoni,  benefattori, ex allievi che vogliono portargli  il proprio estremo saluto.

padre Oreste Cerri muore il 26 febbraio 1996 a Vergiate, ma la sua vicenda terrena non è ancora conclusa: viene sepolto dapprima nel cimitero del paese, e dal  giugno 1997,  in virtù dei valori espressi in vita,  gode di una tumulazione straordinaria trovando meritato riposo tra i suoi soldati  nella cripta del Sacrario da lui fortemente  riposo.